ALESSANDRO GAZZI

Centrocampista
Nato a Feltre (Bl) il 28 gennaio 1983
Esordio in A: -

1999-00 TREVISO B 0 0 0 0
29 2000-01 TREVISO B 2 0
35 2001-02 LAZIO A 0 0
40 2002-03 LAZIO A 0 0
28 2003-04 TREVISO B 0 0
Ago. 03 VITERBESE C1
14 2004-05 BARI B

(legenda)

Lui stravede per il compagno di squadra Massimiliano Favo, regista classico, ruolo in via d'estinzione in un calcio ormai tutto ritmo e frenesia (salvo poi reclamarne la necessità quando in campo si ragiona poco e si costruisce ancor meno). Chi lo allena, Guido Carboni, lo paragona («A patto che non mi prenda troppo sul serio») a Cristiano Zanetti: per movenze, duttilità e il grande pregio di saper abbinare una straordinaria quantità ad altrettanta qualità. Il suo presidente, Fabrizio Capucci, lo ritrae invece così: «È un tipo tosto, uno di montagna: poche parole, tanti fatti». Fine delle presentazioni: il "lui" in questione è Alessandro Gazzi, 20 anni, originario di Feltre (provincia di Belluno), detto il "roscio" per via della capigliatura rossiccia, uno degli elementi sin qui più convincenti della Viterbese, capolista un po' a sorpresa del girone B di C1.

Il suo ruolo, dopo l'identikit tracciato da chi lo conosce bene, lo potete intuire. Centrocampista centrale, o play basso, se preferite, piazzato davanti alla difesa pronto a passare in un amen dalla fase di interdizione (in cui eccelle per temperamento) a quella propositiva (dove fa valere senso della posizione e le felici intuizioni negli inserimenti). In questa posizione Gazzi gioca a memoria, perché lì è stato impiegato fin dagli inizi nel Montebelluna (due anni, uno con i Giovanissimi e l'altro negli Allievi), prima di passare al Treviso (prima negli Allievi e poi nella Primavera) e quindi spiccare il volo verso la Lazio. A Roma Alessandro, sotto la sapiente guida di Alberto Bollini (uno che con i giovani ci sa fare, quest'anno in C2 sulla panchina dell'Igea Virtus), ha disputato un paio di buoni campionati. Due stagioni che lasciavano immaginare un immediato salto nei professionisti per questo ragazzo che il prossimo 28 gennaio compirà 21 anni. E difatti, nell'ultimo calciomercato, eccolo dirottato nuovamente a Treviso, in Serie B, con il fondato convincimento di poter tornare utile nella maratona cadetta prevista sulla distanza-record di 46 partite: cartellino in comproprietà fra Lazio e Treviso, questo l'accordo, poi a fine stagione si sarebbe valutato il destino del "rosso". Ma qualcosa non ha funzionato, come spiega lo stesso Gazzi: «In ritiro ho avuto qualche problema fisico, sono partito in ritardo, le occasioni per farmi notare non sono state tante. E quando la stagione è entrata nel vivo, si è fatta avanti la Viterbese, che nel frattempo aveva rilevato la metà della Lazio. Ho deciso in un attimo, senza esitazioni ed eccomi, per tentare di giocarmi la carta al meglio: Viterbo mi offre la possibilità di imparare e di misurarmi per la prima volta in un campionato molto diverso da quelli disputati finora». Nessun rimorso per aver detto addio alla B o alla prospettiva della massima serie con la maglia della Lazio. Gazzi, senza sentirsi tradito, ha iniziato subito di buona lena, dandoci dentro a testa bassa, alla sua maniera, con la voglia matta di dimostrare di poter competere nel calcio dei grandi: «E perché mai avrei dovuto masticare amaro? Ho la fortuna di trovarmi in una società sana, in mezzo a un gruppo che mi ha accettato subito e in una squadra che anche tatticamente si addice alle mie qualità. Sto vivendo un momento particolarmente esaltante. E poi, ribadisco, devo fare ancora parecchia strada e cominciare dalla C1 la ritengo una fortuna: in questa categoria si gioca un calcio vero, agonistico ma anche di buona qualità. È anche vero che la crisi economica del pallone ha convinto molte società a ridurre i costi, offrendo così più spazio a noi giovani. Ciò non vuol dire che manchino le difficoltà. Quali? La prima che mi viene in mente è relativa alla velocità dell'azione: sei non sei rapido con il pensiero e nella giocata, ti fregano. Favo durante gli allenamenti mi martella sempre su questo aspetto: i suoi suggerimenti sono preziosissimi». Al pari del suo allenatore Carboni che non ci ha pensato due volte a buttarlo nella mischia: «La Serie C deve essere vista come una palestra, un laboratorio in cui sperimentare per gradi i giovani più promettenti che arrivano direttamente dal settore giovanile. E in tal senso Gazzi è una felice intuizione della società che ho subito accettato» spiega il tecnico. «Lo conoscevo dai tempi del campionato Primavera e devo dire che non ha accusato il passaggio di categoria. A mio parere ha un percorso tracciato che può portarlo lontano. Dipende dalla voglia di applicarsi nel quotidiano che lo sorreggerà. Avanti di questo passo, nessun obiettivo gli è precluso, nemmeno un doppio salto dalla C1 alla A».

Non è però solo il calciatore Gazzi a far parlare di sé. Pure l'uomo si fa apprezzare. Ragazzo di poche parole, ma educato, rispettoso delle regole e concreto, Alessandro dopo aver conseguito la maturità presso l'istituto tecnico, si è iscritto al Dams di Roma, dove segue un corso di laurea che dovrebbe farlo diventare critico musicale e cinematografico: «Con il calcio non si può mai sapere come va a finire. E in ogni modo la carriera, bene che vada, è sempre troppo breve. Meglio costruirsi un futuro fuori di qui, magari senza troppa fretta, visto che la vita da professionista sottrae preziose energie nervose e fisiche».

Per il momento, un solo neo: la mancata convocazione in uno dei tanti stage della nazionale di categoria allenata da Giorgio Veneri, complice forse il fatto che nella Mirop Cup il selezionatore ha preferito affidarsi al nucleo titolare del biennio 2002-2003. Ma per l'azzurro c'è tempo. A Gentile (Under 21) e Francesco Rocca (Under 20) non sfuggiranno ancora per molto tempo le prove di quest'interprete di un ruolo che, a dispetto delle apparenze, non passa mai di moda.

(Giuseppe Bove - Guerin Sportivo - 4 novembre 2003)